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11/05/2007
11/05/2007
A VOLTE RITORNANO

a volte ritornano

Si, a volte ritornano gli stessi soggetti incontrati un tempo.
Se guardate QUESTO VECCHIO POST troverete la stessa signora ed un piacevole e ragionato commento.

Sono ritornato nel luogo del delitto (colpevole di aver degustato il Raboso) e ho ritrovato la signora che offriva (2 Euro per 4 assaggi) le degustazioni di questo vino, sempre molto disponibile e come si vede dall'immagine, ancor più professionale e cordiale.

Ho confermato che il Raboso (leggi sotto alcune info) non è un vino adatto al mio palato, estremamente duro ed aspro com'è.
Tuttavia, ha una buona schiera di seguaci ed appassionati e sicuramente, fra i tanti vini di oggi è sicuramente uno di quelli più vicini alla tradizione d'un tempo.

Unite un caloroso pomeriggio primaverile, una lunga passeggiata fra le colline, un paio d'amici con cui fare quattro risate, qualche minuto libero da richieste di mogli e figli impegnati in conversazioni le prime, e in giochi i secondi ed ecco come ne esce una degustazione estramente piacevole e serena nonostante la mia scarsa passione per il vino.


[INFO RABOSO]
Il nome "Raboso" può derivare da “rabioso” un termine dialettale usato per descrivere un frutto che è ancora un po' acerbo e pertanto un po' astringente.
Il Raboso dà il massimo in terreni pietrosi alluvionali ed è, molto probabilmente, il discendente di una varietà selvatica indigena della Valle del Piave.
A causa, forse, del suo patrimonio genetico rustico, il Raboso è stata una delle poche varietà a passare quasi indenne attraverso il flagello della fillossera, anche se ha dovuto perdere un po' di terreno a vantaggio del Cabernet e dello Chardonnay quando le vigne vennero ripiantate all'inizio del XX secolo.
Ci sono due principali sottovarietà: il Raboso del Piave e il Raboso Veronese.
Il Raboso del Piave viene coltivato in Veneto, soprattutto nella valle del fiume omonimo.

Info

  • D200
  • Nikkor 17-35 F/2.8 AF-S
  • Post di venerdì 11 maggio 2007